1. Caratteristiche
Il calamaio contiene 25 ml di inchiostro,
prodotto secondo
una tipica ricetta medioevale, con galle di quercia, vitriolo
romano, gomma arabica e vino bianco. L’inchiostro è nero su
carta o pergamena; ma può presentare una tendenza al mar-
rone più o meno percepibile, generalmente soggetta a mode-
sta accentuazione nel corso del tempo; il liquido presenta una
nota violacea se è guardato in trasparenza o se viene diluito
con acqua.
Resiste bene ad azioni meccaniche e agli agenti atmo-
sferici: umidità, nebbia, azione diretta del sole e della luce in
genere; vedi la prova
di esposizione agli agenti atmosferici.
Nota: se l’inchiostro è stato fatto di recente,
può risultare
più sbiadito nel momento in cui si scrive; ma in tal caso lo
scritto si scurisce più tardi per ossidazione. Con l’uso, ogni
volta che il calamaio viene aperto, entra nuovo ossigeno, con
cui si forma nuovo gallo-tannato ferrico, quindi anche l’inchio-
stro tende a scurirsi e a diventare più viscoso, conferendo al
tratto grafico maggiore finezza.
2. Istruzioni per
l’uso
Prima di usare l’inchiostro, agitare il calamaio
a lungo ed
energicamente per rompere l’eventuale coagulo e ripristina-
re la sospensione del gallo-tannato ferrico, aprire ed asciu-
gare bene l’imboccatura del calamaio e l’interno del tappo
per evitare la formazione di possibili incrostazioni insolubili.
Usare l’inchiostro con calamo, penna di volatile
o pennino
metallico; non usare con penna stilografica.
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Richiudere bene dopo l’uso; non lasciare
il calamaio aper-
to se non serve.
Se l’inchiostro è tenuto per lungo tempo a riposo,
tende a
coagularsi, e una parte del pigmento tende a depositarsi nel
fondo del recipiente, perché la sospensione dei precipitati, in
tale sistema colloidale, non è perfettamente stabile. Lo stato
liquido e la sospensione del pigmento si ristabiliscono me-
diante un’energica agitazione.
Si consiglia inoltre di tenere a disposizione
un piccolo reci-
piente contenente acqua, dove si potrà sciacquare la punta
dello strumento scrittorio prima di asciugarla.
3. Inchiostro medioevale ed inchiostro
ferro-gallico
Non sempre l’inchiostro ferro-gallico equivale
all’inchio-
stro medioevale: il ferro-gallico può anche essere prodotto
dall’industria con tannino sintetico o estratto per via chimica
da piante varie e non da galle quercine (ciò vale anche per
l’acido gallico componente), può contenere un acido libero
(cloridrico, ossalico, ecc.) aggiunto per ostacolare o impedire
del tutto la formazione del precipitato ferro-gallico, può avere
una viscosità molto diversa da quella caratteristica dell’in-
chiostro medioevale, specialmente se deve servire anche per
penne stilografiche, per cui deve risultare molto fluido e pri-
vo di impurità; diversamente dal medioevale, è generalmen-
te costituito da acqua distillata molto poco addensata e non da
vino bianco, può contenere zucchero, glicerina, acido fenico o
altre sostanze che non esistevano nel medioevo.
Il confronto pratico tra questo inchiostro
medioevale ed
un semplice inchiostro ferro-gallico è consigliato.
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